Ad alta voce

Mi fa, Che faccia aveva Denis Diderot?

Ma… lo sappiamo, gli dico io, quella del dipinto.

Che dipinto? fa lui.

Be’, se vai a vedere su Wikipedia, la voce dedicata a Diderot, lo riconosci subito.

Ah, ok, dice alzando il mento per un attimo. Però a me, continua Bande à parte, quello che voglio dire, è che in fondo non m’importa nulla di sapere che faccia avesse Diderot.

Io lo guardo per un po’, e poi gli dico, In effetti… nemmeno io ci tengo.

Invece la voce è un’altra cosa.

Come, scusa?

La voce, mi fa Bàp, per me è più importante dell’immagine. E sarei molto curioso di sentire la voce di Diderot.

Eh, ma è morto, gli dico io.

Lo so. Però tu non saresti curioso di sentire che voce aveva?

Mah… non ci ho mai pensato…

Allora lui prende a recitare l’incipit di Jacques le fataliste et son Maître e in effetti, Sì diobono, gli dico allora, certo che mi piacerebbe sentire la voce di Diderot, ma come si fa?

Ah, non è possibile, dice lui, è morto.

A quel punto lo guardo un po’ confuso, ma lui non se ne accorge perché si accende la pipa. Quando è sicuro che il fornello ha preso bene mi fa, Questa abitudine dei libri anglofoni di mettere la foto dell’autore…

Lo facciamo anche noi in Italia, e in Francia, gli dico io.

Sì, ma l’abbiamo presa dagli inglesi e dagli americani…

Sei sicuro?

Abbastanza.

Va be’, quindi?

A me non ha mai importato sapere che faccia avesse Yehoshua, o… Cortàzar. Invece sarei curiosissimo di sentire José Cardoso Pires che legge O Delfim, per esempio.

Ma lo sappiamo che voce aveva Cardoso Pires, puoi trovare dei video su You Tube.

Sì, è vero, ma non di lui che legge Il delfino. In effetti quello che mi importa non è nemmeno la voce, ma la voce dell’autore che legge le sue opere.

Come quando abbiamo comprato l’audiolibro di The Brookliyn Follies di Auster.

Esatto! Che poi ci siamo fermati al secondo capitolo…

Perché siamo ignoranti e l’inglese non lo sappiamo.

Sì, però è stato bello, sentirlo come lo faceva suonare lui.

Molto.

Ecco.

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