Blu

Nel 2016, dopo una pausa dalla scrittura lunga anni, ho scritto un thriller esistenziale (così lo chiamo), Blu, che in realtà è la cover di un’idea elaborata da altri autori che stimo: Flann O’Brien, Luigi Malerba, Julio Cortàzar; un’idea che è arrivata a me attraverso loro e che alla fine ho sentito di dover fare mia.

La cover, termine mutuato dalla musica, può consistere nell’esecuzione di un brano così com’è, oppure rielaborandolo, ed è ciò che ho tentato di fare con Blu. In ogni caso chi fa una cover, ho sempre pensato, è perché è innamorato dell’originale.

L’idea che affronto in questa cover (e che non vi svelo perché deve per forza di cose giungere all’ultima pagina), non mi apparteneva. Quando mi ci sono imbattuto infatti è stata una sorpresa. Una sorpresa che mi ha fatto sentire di nuovo bambino tanto era intenso lo stupore suscitato. Allora me ne sono impossessato. Ecco, la mia cover è il tentativo di dire, proprio come un bambino: “Anch’io! Anch’io!” (dovete immaginarmi che salto, mentre lancio questi strilli).

Questa è la sinossi del romanzo:

“Un uomo si risveglia in un mondo disabitato, senza alcun indizio che spieghi la scomparsa degli esseri umani. Mentre è alla disperata ricerca di moglie e figlia il mondo attorno a lui comincia a mutare in modo sempre più estremo, ed egli si convince che la sua stessa sopravvivenza dipenda dalla comprensione di ciò che è successo. Quando alla fine ci riesce il lettore dovrà ripensare l’intera storia da una nuova prospettiva.”

Tornando all’analogia con le cover musicali, apprezzo molto quelle che rielaborano l’arraggiamento, perché spesso sono in grado di mettere in risalto potenzialità latenti. Come succede in questa interpretazione di Watermelon Man di Erbie Hancock:

L’ha scritta Eric Skye:

Questo è il primo capitolo di Blu, (se foste curiosi di continuare la lettura potrete trovare il romanzo integrale qui):