Danilo DiPrizio, ascoltarlo come un libro

Ho scoperto Danilo DiPrizio qualche anno fa, cercando delle versioni per chitarra delle Gymnopédies di Erik Satie, così mi sono imbattuto nei suoi arrangiamenti delle Danses de travers, rimanendone impressionato: riusciva a trasmettermi in maniera vivida l’atmosfera della versione per pianoforte. Ascoltandolo nel secondo dei video che posto più sotto ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a un vulcano trattenuto, sentimento che si sveglia in me quando scorgo un autore che sa bene quello che vuole dire, e mi contagia con il suo entusiasmo.

Non avevo idea di chi fosse DiPrizio, così come non ce l’ho ora, so solo che è un bravissimo chitarrista, un ottimo arrangiatore e un compositore eccellente. Scrivo questo articolo per segnalare quello che al momento è il suo unico disco, L’altra metà. Ho trovato l’album su Amazon purtroppo solo in formato digitale e non in CD, ma meglio che niente. Anzi, meno male che sono riuscito a trovare questa musica, seppure in mp3.

L’altra metà è uno dei dischi che io ascolto come se fossero dei libri, tanto i brani, succedendosi, mi sembrano disegnare un racconto, anzi, tessere un discorso. Certo, ogni volta che con occhi o orecchie riproduciamo libri e dischi, non possiamo mai essere certi di dare voce all’opera originale, perché la modifichiamo attraverso di noi. Nessuno dei libri di cui io parlo in questo sito si riproduce allo stesso modo sotto gli occhi di un altro lettore. Comunque sia io ascolto L’altra metà come se fosse un libro.

A dire il vero non so descrivere le immagini che mi suscita, o spiegare quale sia il suo discorso, alla fine si tratta di sensazioni: quando dalla prima traccia arrivo all’ultima mi sembra di avere fatto letteralmente un viaggio. La “trama” che si imprime nella mia testa, allora, è il sentimento di un viaggio; compiuto (come quando dopo essere stati in un posto si torna a casa) e aperto (come quando una volta a casa senti che la strada ti ha trasformato).

Vi consiglio di ascoltare questi video, e di guardarli, perché sono una festa anche per gli occhi: