Clarice Lispector parlando di letteratura e impegno diceva che non capiva questa distinzione, poiché ogni autore è per definizione impegnato, altrimenti non sarebbe un autore. Non mi ricordo dove lo diceva, ma lo diceva, ne sono certo, perché io questo pensiero l’ho preso da lei. Intendeva, per impegno, non quello verso la società, ovvero il prendere posizione nei confronti di una situazione politica, di un conflitto sociale, di una scelta di campo, bensì, letteralmente, della cura con cui si fa una cosa, in questo caso la cura con cui uno scrive. Perché ogni volta che ci accingiamo a scrivere abbiamo la responsabilità di non essere superficiali. Spesso l’occuparsi, da parte di uno scrittore o di un poeta, comunque di un artista in generale, di questioni attinenti alla società in cui vive viene visto come un valore in più, ma per me questa posizione è fuorviante, perché l’impegno c’è, o manca, indipendentemente da una scelta politica, ed è tutto da cercare solo nel sentimento del mondo che quell’autore esprime. Spendersi in ogni opera senza risparmiarsi, questo per me è l’impegno.
Fino al mese scorso non conoscevo Reinaldo Ferreira, non l’avevo nemmeno mai sentito nominare; l’ho scoperto tramite una serie televisiva portoghese. A un certo punto un personaggio recita questi versi, e io ne sono rimasto folgorato:
E’ chiaramente una poesia contro la Guerra coloniale portoghese, mi sono detto, però poi leggendo la biografia di Ferreira su Wikipedia ho visto che lui è morto due anni prima dello scoppio del conflitto e le sue poesie sono state pubblicate postume. Tuttavia non posso fare a meno di pensare che questa sia una poesia impegnata. Sicuramente l’autore aveva colto il clima velenoso del nazionalismo del suo Paese e aveva sentito il bisogno di esprimerlo. Però, per quello che ho detto prima, l’impegno per me non risiede nel prendere una posizione, bensì nel dire con cura ciò che si prova. Nel tirare fuori ciò che si ha dentro. Secondo questo pensiero la seguente poesia, sempre di Ferreira, è altrettanto “impegnata” quanto la prima:
Reinaldo Ferreira parla di un altro poeta, ci dà la lettura della poetica che lui individua in Pessoa. E’ quindi una poesia di “argomento letterario”, non “sociale” o “politico”, eppure è una lettura profonda. Sono parole pesate, versi studiati. Mi dispiace che possiate leggerla in italiano solo nella mia versione (non credo che Reinaldo Ferreira sia mai stato tradotto), perché non sono in grado di riprodurre il sonetto con la stessa sequenza di rime scelte da Ferreira, e la mia versione zoppica vistosamente (per tradurre un poeta occorre un altro poeta). Però pazienza, credo che possiate capire ugualmente il mio discorso. Parlare di una poetica di un autore o di un’ideologia diffusa a livello sociale non cambia molto. L’autore, per essere tale, ha il dovere di tirare fuori ciò che ha nel profondo.
Se prendiamo ancora un’altra delle sue poesie possiamo trovarvi una presa di posizione politica esplicita, in questo caso sulla Guerra civile spagnola:
Ho trovato conferma che si tratta di una poesia ispirata alla Guerra civile spagnola in questo articolo:
Chi scrive dice che non è davvero esplicito che la poesia esprima simpatia per i Repubblicani, ma io trovo davvero difficile non pensare che il soggetto della poesia sia la proprio la Repubblica (e non tanto una combattente nelle sue fila). Ciò che rende “impegnati” questi versi non sono tanto la presa di posizione per la Repubblica spagnola, quanto il tono, privo di enfasi, e al contrario carico di pathos. O meglio ancora: il senso di partecipazione di chi scrive con il soggetto trattato.
E adesso leggete anche quest’altra poesia:
E’ una poesia d’amore; e sulla responsabilità con cui ci si esprime. Scrivere, non è mai un atto gratuito. E’ la consapevolezza di ciò che si sta scrivendo che segna l’impegno.
Potete trovare le poesie di Reinaldo Ferreira qui.