Per poco più di un anno (settembre 2017 – ottobre 2018), mi sono dedicato alla scrittura di 10 racconti uniti non da uno stile o da un’atmosfera, bensì dal progetto di scrivere secondo l’impronta di scrittori che amo. In effetti a me non seduce l’idea di leggere un libro scritto per imitazione di altri scrittori, ma ciò che ai miei occhi rende La persona informata sui fatti e altri acconti un’opera degna di averla scritta è l’aver assecondato un’idea di letteratura che mi è molto cara, ovvero di dialogo fra chi scrive e chi legge.
Da quando ho cominciato a scrivere ho sempre pensato alla letteratura come a un dialogo. Un dialogo asincrono, ovviamente, perché chi legge può essere sì contemporaneo all’autore che scrive, ma capita spesso che sia nato anni o secoli dopo le opere che apprezza. Lo sfasamento temporale potrebbe far dubitare dell’esattezza di una parola come “dialogo”, poiché questo si suppone debba svolgersi fra interlocutori in grado di replicare alle considerazioni dell’altra parte. Forse, allora, l’idea che ho in testa è quella di lettere scritte da uno sconosciuto (il lettore di oggi) a una persona nota (l’autore di ieri), con cui il primo sente di avere un debito, o comunque un legame. Non potrà mai sapere, il lettore, se l’autore contraccambia la stima, o se al contrario si sente infastidito dall’interpretazione che lui dà a una sua opera. Diciamo allora che quella del lettore di oggi è una dichiarazione d’amore clandestina.
Dichiarazione d’amore? Addirittura?
In compagnia di molti lettori, fin da bambino ho amato i libri per la loro capacità di ampliare la mia percezione del mondo. Durante l’infanzia era l’immaginazione di mondi diversi ad affascinarmi, crescendo ho imparato ad apprezzare quei libri che nel loro tempo mettono in discussione un consolidato modello narrativo della realtà. Sono libri anticonformisti, capaci di suggerire prospettive nuove.
Non indicherò gli autori a cui mi sono ispirato scrivendo questa raccolta, per pudore: non credo di essere alla loro altezza. Vi basti sapere che questi racconti sono dichiarazioni clandestine d’amore. Giudicate voi se belle o brutte.
Di seguito propongo il primo racconto della raccolta, quello che la intitola (se sarete curiosi di leggere il resto lo troverete qui):